Tanti anni fa, in una contrada immersa nella nebbia dove non succedeva mai niente e tutto era grigio, una testa di riccioli rossi è sbucata dalla televisione. Aveva una voce potente e cantava una canzone di De Andrè. Avevo quattordici anni e sapevo poche cose, ma ho capito subito che era una voce pericolosa: poteva tutto. Poteva sbilanciarmi, poteva farmi credere di avere la stessa forza che aveva lei. Era un pensiero segreto, di cui un po’ mi vergognavo, perchè non c’era niente che potesse legittimarlo.
Molti anni dopo sono uscita dalla nebbia e l’ho cercata. Ho visto concerti, ascoltato dischi, partecipato a presentazioni, ogni parola mi diceva qualcosa, mi parlava con una strana familiarità. Poi ho trovato un libro in cui lei, Fiorella Mannoia, si racconta in prima persona. Il libro si chiama “Biografia di una voce”, ed è del 2005. Ogni tanto lo rileggo e continua a parlarmi, a farmi domande, a farmi pensare. Sono passati dieci anni e il mondo è andato avanti; Fiorella crede ancora alle cose che ha scritto? L’ho chiesto a lei, in nove domande. E dal momento che quella voce, oltre che pericolosa, è anche gentile e disponibile, mi ha risposto.
I testi virgolettati sono citazioni del libro.
1 “In sintesi, oggi dovremmo chiederci quanta libertà ci sia davvero rimasta e quanto invece dobbiamo considerarci assoggettati (magari in modo inconsapevole) a questo nuovo tipo di dittatura strisciante che ha come leader unico e indiscusso la televisione, che non si impone con la forza, lasciandoti perfino l’illusione del libero arbitrio.”
Siamo ancora nella stessa situazione di apparente libertà? Il leader della dittatura è ancora la televisione?
Siamo ancora nella stessa situazione. E’ la dittatura dell’informazione, l’informazione non è mai libera, ci sono sempre degli interessi che la dirigono: l’editore, il pensiero politico. Pensa solo cosa è successo anni fa con Saddam Hussein. Tutte le televisioni occidentali hanno dato la notizia che Hussein aveva armi di distruzione di massa. Tutte. Era quello che volevano farci credere. Non era vero, ma è servito a motivare una guerra.
L’informazione nel web non ti sembra un altro caso di apparente libertà? In rete trovi di tutto, ci sono esperti pronti a certificare qualsiasi cosa. Anche in rete non puoi mai essere sicura che qualcosa sia vera.
In rete trovi di tutto, è vero, ma c’è la possibilità di verificare le notizie, di confrontarle con i libri degli autori di cui ti fidi (vedi Galeano) e con gli articoli dei giornalisti che reputi seri.
2 “Le parole che canto mi rappresentano, le storie delle canzoni che canto mi somigliano.”
Tra le canzoni che hai cantato in questi ultimi anni scritte da altri, quale ti rappresenta particolarmente? E tra quelle che hai scritto tu?
Le canzoni che canto mi rappresentano tutte, sennò non le canterei. Tra le mie, la prima che ho scritto è “Se solo mi guardassi”. Sono molto affezionata anche a “In viaggio”.
L’impressione che ho io è che “Se solo mi guardassi” sia una canzone ricca, piena di immagini e storie, più compiuta; il pubblico si è affezionato subito a “In viaggio” perchè è più facile l’immedesimazione.
“Se solo mi guardassi” è anche ricca di metafore, che forse non tutti colgono. Le “conchiglie padrone del destino” sono quelle che si usavano per i riti di divinazione; “le regine di vento e di tempesta” sono le divinità delle antiche religioni africane, che in Africa non esistono praticamente più perchè sono state spodestate dall’avvento del cristianesimo e dell’islam. Per fortuna queste religioni sopravvivono ad Haiti, a New Orleans, in Brasile.
3 Citando Gramsci, qualche anno fa hai parlato di “Ottimismo della volontà”. Ci credi ancora? Vuoi essere ottimista? Insisti?
Devo. Anche per il mio ruolo di personaggio pubblico.
4 “La mattina, quando mi alzo, dopo aver aperto le finestre, la prima cosa che faccio è scegliere la musica da sentire.” Lo fai ancora? Cosa ascolti?
Non sempre, ma lo faccio. Se è appena uscito un disco di qualche cantante che mi interessa lo ascolto a ripetizione.
Tutto l’album o anche solo un brano? Sei un’ossessiva compulsiva capace di rimettere lo stesso pezzo decine di volte di seguito?
Sono capace di sentire un brano ancora, e ancora, e ancora, e ancora…
5 “Artisticamente non ho mai avuto la certezza di essere brava, ho sempre avuto (e ho ancora) la sgradevole sensazione di non essere mai all’altezza, di essere inadeguata.”
Dopo cinque targhe Tenco, cinque Wind Music Award, un premio Amnesty, un premio Caruso, una quantità di dischi d’oro e platino che ci potresti costruire una pila per salire a cambiare le lampadine e interi teatri in lacrime, ti sei un po’ rassicurata o hai ancora questa sensazione?
Mi sono un po’ rassicurata, ma non del tutto. So di avere dei limiti, non interpretativi ma vocali. Non ho le possibilità vocali che hanno alcune mie colleghe, ho un’estensione limitata. A volte questo mi provoca un po’ di frustrazione.
6 “Bisognerebbe far capire a questi ragazzi che la felicità non è un diritto ma una conquista che costa impegno e a volte sacrificio, e che però niente è paragonabile alla felicità che dà la soddisfazione di aver conquistato una cosa seppur piccola con le proprie forze, senza l’aiuto di mamma e papà.” E’ la stessa cosa che diresti adesso ai giovani?
Sì, adesso più che mai.
7 In chiusura di una discussione sull’antico “Fiorum” del tuo sito, scrivevi: “Siete troppo belli, sono fiera di questo forum.” Oggi hai due profili facebook e una pagina pubblica, oltre a un account twitter. Cosa pensi delle persone che ti seguono e ti commentano?
Sulla pagina pubblica di facebook c’è di tutto, a volte arrivano persone che non sono d’accordo con quello che scrivo e mi insultano. Ma le persone che mi seguono, che vengono ai miei concerti mi assomigliano. Crediamo alle stesse cose, condividiamo gli stessi valori. Tutti cerchiamo i nostri simili.
8 “Perdere la memoria sarebbe come morire, noi siamo il risultato di ciò che siamo stati: difendere la memoria, in questo caso la memoria storica, dovrebbe essere un dovere di tutti.”
Secondo te qual è adesso la memoria più in pericolo, quella che abbiamo quasi perso?
La memoria di quello che siamo stati. Siamo stati un popolo di emigranti, per molti anni, abbiamo invaso il mondo, abbiamo esportato tante cose, compresa la delinquenza. Vorrei che lo ricordassero le persone che adesso si scagliano contro i nostri fratelli immigrati. Si è persa la memoria che siamo sempre stato un paese accogliente.
9 “Sono fermamente convinta che l’arma più micidiale che l’umanità possegga sia la gentilezza.”
Lo pensi ancora? Cambieremo il mondo con la gentilezza?
Sì. Lo penso, perchè la gentilezza mette sempre in moto qualcosa.
Ringrazio Fiorella Mannoia per la disponibilità e Luca Brunetti per l’utilizzo delle fotografie.