Nostalgia di Salinger

Era una storia che aveva tendenza a debordare da tutte le parti, eppure restava essenzialmente portatile.

(J.D. Salinger)

E’ uscito in rete il trailer del documentario che uscirà a settembre su J.D. Salinger.

E’ bastato a farmi venire nostalgia, non tanto di J.D., che ovviamente non ho mai conosciuto (ma esiste qualcuno che l’ha conosciuto?), quanto del mondo dei suoi racconti. Un mondo in cui c’erano ragazze che sapevano salutarti con la mano dalla terza base, ragazzi che rispondevano distanti e indiscutibili come principi ereditari e si lodavano oche dipinte senza economie di aggettivi e di tempo.

Un’epoca in cui i militari tornati a casa si sposavano con ragazze di sbalorditivo buon senso, le storie non dovevano necessariamente essere prolifiche ma parlare di squallore, e i Comanche sussurravano senza muovere le labbra ordini fluenti nelle orecchie di cocker spaniel.

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L’epoca in cui mi affacciavo su quest’epoca era disseminata di quadernetti e di parole scarabocchiate ai margini dei libri, di frasi definitive sotterrate in meno di ventiquattr’ore e di luci accese alle quattro di notte da idee folgoranti.

Ero io, ma non ero io. Era il Salinger che era in me, come in chiunque altro, che si dava da fare. Recuperava avverbi, maledicendo il fatto che in italiano sono mezzo metro più lunghi che in inglese, fermava immagini prodigiosamente ricche e congelava scene che il giorno dopo erano già andate a male. Cercava animali volatili nel centro di grandi città, auscultava frasi interrotte dalla respirazione, provava aggettivi come scarpe nel reparto specializzato di un grande magazzino.

 

E’ un fatto che appare sempre ovvio quando ormai è troppo tardi, ma la più spiccata differenza tra la felicità e la gioia è che la felicità è un solido e la gioia è un liquido.

Il mio Salinger è sgocciolato via tutto in un pomeriggio di aprile.
Forse è questo, il Salinger che mi manca.

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N.B. Per i punteggiatori instancabili di i: il post qui sopra è chiaramente un frullato di citazioni tratte dai “Nove racconti” di J.D. Salinger.

 

 

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